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Lui.
Può essere visto come un’avanguardia artistica o come un’indagine sperimentale o più semplicemente pensare che si tratti solo del bisogno di un altro autore post-situazionista di fare scandalo a tutti i costi.
Resta il fatto che senza aggrapparsi a nessuna illusione consolante, dopo aver reso il dipinto unico nel mondo con la sua firma genetica, Hypnos alla sua opera “Michael’Gate” ha saputo dare anche molta popolarità.
Non guarirà di certo le menti ferite, perché queste ostentano un supremo disprezzo per coloro che onorano ancora la virtù, tuttavia potrà mostrare qual è il grado della loro colpevolezza. Questo l’elemento fondamentale che a un certo punto scompiglia anche lo scettico.
Astratto da 10 milioni di euro
Il quadro, un’incandescente contributo allo sviluppo teorico e pratico di una nuova contestazione rivoluzionaria, è legato infatti ad una presunta capacità ipnotica che avrebbe effetto su chi lo osserva.
Un effetto potente.
Non si tratta solo di vitalità del linguaggio pittorico, né è colpa della freddezza concettuale che raggela l’uomo proteiforme. Solo che la parte più importante di quest’opera è la pratica.
Un modo come un altro per riunire, in un confine di vicinanza e di prossimità, chi lo guarda e propugnare la suggestione di una coscienza collettiva.
Gli espressionisti astratti come Hypnos, pseudonimo di Gilberto Di Benedetto, condividono la convinzione che l’arte astratta possa comunicare verità più profonde e più universali della pittura o scultura impressioniste.
E’ l’arte, quella dell’astrattismo, che libera linee, forme, luci e colori e in cui la creazione dell’opera stessa è un’eroica battaglia. Ma è anche l’arte in cui le azioni o le forme maturano e perdono di significato quando vengono tradotte da una sfera culturale a quella successiva.
Consapevolezza che non manca di certo al pittore romano quando, alla solarità volante dei colori e dei rossi ribollenti della sua tela, decide di apporre una firma genetica col suo sangue.

Ma chi è Gilberto Di Benedetto? Chi è colui che conosciamo come Hypnos?
Fin dal suo debutto l’imperativo che lo spinge ad agire è diventare famoso. Tiene per se ogni pensiero sul nichilismo che lo circonda, ma nel silenzio coltiva il significato di verità della sua arte. Divorato dall’ambizione, deve a ogni costo emergere, mostrare al mondo i propri meriti.
Mette a punto così più strategie per controllare la ricezione della propria opera da parte del pubblico, ma soprattutto per influenzare il mercato.
Sono strategie che prevedono anche per quanto tempo e quali tele o idee si possono esporre o vendere in un certo momento, e quali, invece, è più opportuno tenere da parte.
Si inventa il marketing per amplificare il consenso di pubblico e di collezionisti, in particolare intorno al suo “Michael’s Gate”, e poi però quando gli si presenta l’occasione di ricevere proposte importanti rinuncia, e butta via offerte da milioni di euro.
Perché vale tanto questo quadro?
Forse per la “leggenda nera”, come definita da il Sole 24 ore ( https://stream24.ilsole24ore.com/video/cultura/34michael39s-gate34-il-quadro-ipnotico-in-mostra-a-montecarlo/20130902_video_17091932 ) che gli aleggia intorno e che l’ha fatto balzare da subito agli onori della cronaca come la caldera per chi è pronto a spiccare il balzo.
O semplicemente perché è solo un esperimento d’arte e di marketing riuscito.
Lasciamo agli altri il dubbio sul lato oscuro di quest’opera che, aldilà dei sui poteri catalizzanti, è comunque l’azione concreta di un iconoclasta coraggioso molto intrigante.
Persino convincente.
Anche quando il linguaggio si conforma e trova il suo limite, infatti, l’immagine incandescente del quadro più virale del web, insiste.
Segno che la pretesa di dominio dell’uno sull’altra resta ormai solo un estremo tentativo per colmare la distanza che separa l’uomo dall’inesprimibile, l’altrove dal dovunque.
Ma Hypnos questo lo sapeva già.
A ottobre infatti, sarà protagonista presso la Sallustiana Art Today di Roma, in Via Sallustiana 27, di un evento dedicato alla Pop Art e i suoi segreti.
Un appuntamento per ripercorrere la campagna di manipolazione della pittura, architettata negli anni della guerra fredda dai migliori cervelli della CIA, e incontrare, in una delle sue rare esposizioni, il misterioso “Michael Gates”.
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Per partecipare è necessario registrarsi prima presso la segreteria
saulocoin@gmail.com