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Nonostante gli accordi di Parigi sul clima, la roadmap, e i connessi obiettivi di riduzione, il livello di CO2 nell’aria è in costante crescita, soprattutto in certe aree del pianeta.
Continuando di questo passo la concentrazione in atmosfera di diossido di carbonio, già oltre i 400 ppm, a partire dai prossimi 30/80 anni, potrebbe raggiungere e addirittura superare i 550 ppm (parti per milione).
L’allarme è serio anche perchè uno degli effetti dell’aumento dei livelli di CO2 è la sensibile riduzione di nutrienti chiave in alimenti di base come grano, riso, orzo, patate.
Colture esposte a livelli di CO2 più bassi dei 550ppm, hanno evidenziato infatti concentrazioni di proteine, ferro e zinco inferiori del 3 – 17%.
A preoccupare i ricercatori la crescita delle piante commestibili condizionata da livelli critici di CO2 che, in previsione, rischiano di compromettere la salute di miliardi di persone.
E’ quanto evidenzia un recente studio pubblicato sulla rivista “Nature Climate Change” dell’Università di Harvard.
Il gruppo di ricerca utilizzando un modello di disponibilità alimentare pro-capite stratificato per età e sesso, ha analizzato l’impatto di elevate concentrazioni di Co2 e la sufficienza di apporto di ferro, zinco e proteine per le popolazioni di 151 paesi e 225 diversi alimenti.
Le regioni a più alto rischio per i cambiamenti di nutrienti correlati all’aumento di CO2, Asia meridionale e sud-orientale, Africa e Medio Oriente, dove si presume che la carenza di zinco e proteine potrebbe colpire quasi 600 milioni di persone entro la metà di questo secolo.
Meno nutrienti chiave in alimenti base.
Gli studiosi statunitensi stimano che un’allarmante quantità di CO2, potrebbe causare malnutrizione per altre 175 milioni di persone con carenza di zinco e 122 milioni a deficit proteico.
Lo studio ha dimostrato inoltre che in paesi dove il tasso di anemia è già superiore al 20%, 1,4 miliardi di donne in età fertile e bambini sotto i cinque anni potrebbero perdere un’ulteriore quantità di ferro del loro apporto alimentare, pari almeno al 4% , ed essere perciò a rischio di anemia e malattie croniche correlate.
In tutto il mondo si valuta che oltre due miliardi di persone siano carenti di uno o più fattori nutritivi.
Gli esseri umani assumono tendenzialmente la maggior parte dei nutrienti chiave da fonti vegetali: 63% di proteine alimentari, 81% di ferro e 68% di zinco.

L’analisi del carico sanitario globale effettuata dal team di ricercatori statunitense, evidenzia che il superamento di certi limiti di CO2, entro il 2050 determinerà carenze di zinco per 50 milioni di indiani, di proteine per 38 milioni, oltre che malattie dovute a carenza di ferro per 502 milioni di donne e bambini.
Sam Myers, ricercatore presso la THV School of Public Health di Harvard, autore dello studio, ha voluto sintetizzare così: “La nostra ricerca chiarisce che le decisioni che prendiamo ogni giorno – come riscaldiamo le nostre case, ciò che mangiamo, come ci muoviamo, ciò che scegliamo di acquistare – stanno rendendo il nostro cibo meno nutriente e dannoso per la salute di altre popolazioni e per il futuro delle prossime generazioni “.
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