La notizia
Dante non aveva affatto il volto arcigno e torvo che conosciamo tutti. O quanto meno non ha avuto sempre quello.
E’ quanto emerge dalla ricerca di Nadia Scardeoni, uno fra i maggiori esperti studiosi di iconografia di Alighieri che, partendo dall’unico ritratto reale, il dipinto di Giotto al Bargello di Firenze, fà una ricostruzione storico artistica del volto del poeta.
Sono molti ormai gli studiosi che da anni sostengono la tesi di un aspetto di Dante completamente diverso da quello descritto dal Boccaccio e tramandato.
Nel “Trattatello in laude di Dante” egli infatti, senza averlo mai conosciuto, descrive il padre della Divina Commedia, come un uomo di bassa statura con un volto allungato, il naso aquilino, gli occhi grossi, grandi mascelle e un labbro di sotto sporgente.
Una descrizione da cui Sandro Botticelli quasi due secoli dopo, ne trarrà lo stilema del ritratto.
Ora, però, già da qualche anno, nuovi elementi e risultanze scientifiche evidenziano, come peraltro aveva intuito e da tempo ipotizzato la studiosa iconografa, un altro volto del Sommo Poeta.
Tesi che aveva trovato riscontro e sostegno pure nella scoperta rilevata, un paio d’anni fa, dall’esperto d’arte Prof. Andrea De Liberis, su uno stacco d’affresco attribuito a Puccio Capanna allievo di Giotto .
Gli studi di Nadia Scardeoni, che tolgono la maschera funeraria e mettono a nudo il nuovo volto di Dante, saranno resi noti e presentati nel dettaglio, nel convegno dal titolo “Dante, il volto” che si terrà a Verona in questo mese.
Dante reso brutto da un marito cornuto?
Premessa
Analisi
Giovanni Boccaccio, chi era?
Beh! Senza dubbio in qualche modo un ammiratore “concorrente” di Dante!
Si, uno scrittore famoso, un bravo narratore, certo.
Ma di sicuro non all’altezza del genio di Dante.

C’è poi un altro aspetto che pure merita riflessione:
combinazione vuole che sia Lui , Giovanni Boccaccio a dare inizio alla critica dantesca, alle sue abilità, ricopiando i codici della Divina Commedia, che, prima completa con note e commenti, e poi pubblica da editore.
E’ così che Giovanni Boccaccio si erge a “promotore” dell’opera e della figura di Dante. Della sua grandezza.
Ma si sa pure questo:
Si può “lodare” anche solo per mera piaggeria. Ce ne sono che ce sono che lo fanno!
Però una “fake” su un incunabolo chi se l’aspetta
Infine un’ultima cosa non può essere qui ignorata:
Anche Giovanni Boccaccio, come Dante Alighieri, era buongustaio in fatto di donne.
Ergo, potenziale “concorrente”.
Un motivo in più , per desiderare di fare fuori Dante Bello dalla competizione.
Era bello e forse per questo non andava a genio.
Noi perciò malignamente, immaginiamo che a Lui, Boccaccio, questo ” Dante bello ” in realtà non andasse molto a genio. Pensiamo che gli fosse anche un bel po’ antipatico.
La ragione? Ma è chiara. Perché Dante non era brutto. Era acuto e pure bello.
Questo fatto, fino adesso rimasto appeso alle opinioni, ora è diventato dimostrabile.
Del resto i ricercatori degli stilemi dei Pittori contemporanei di Dante, se non fosse stato vero, non avrebbero potuto accertarlo neppure con le moderne tecnologie digitali.
Quindi Dante, prima della descrizione del Boccaccio, era bello.
Anzi, un uomo, questo Dante, addirittura sorprendente
Genio della poesia e della narrazione – con una raffinatezza nell’esprimersi con il verbo mai vista in giro-, raggiunge livelli di valore artistico e di bellezza elevatissimi. Basti pensare alla sua “Divina Commedia”, universalmente considerata come la più grande opera di letteratura di tutti tempi. Nemmeno un gigante come Shakespeare è riuscito a scrivere un’ unica “opera omnia” cosi importante. “
Personaggio tipicamente toscano, Dante aveva una cosa, poi, che pochi possiedono: una “visione” incredibile sulla vita, la morte e i miracoli.
Ma prendiamola dal lato meno mistico.
Dante Bello era un tipo molto intelligente. Molto attivo. Vincente insomma e ci sta che poteva essere pure poco gradito. Anzi addirittura considerato da molti personaggio scomodo!
Artista, scrittore, politico e amante ,,, fu condannato ed esiliato, perciò ingiustamente per motivi politici, o infangato solo per motivi personali?
Sappiamo chi erano i suoi avversari politici, ma forse il ” cornuto “è meno conosciuto”.
Era un certo Simone de Bardi, ricco banchiere, trafficante di finanza e marito dell’ adorata d Dante, Beatrice.
Una specie di Rothschild ante litteram che, trovatosi offeso dallo smacco inflitto dal bel giovanotto Dante Bello, e sapendo che lo stesso aveva anche un pessimo rapporto con i soldi e con i finanzieri, decide di stroncarlo e fà partire la macchina del fango!
In realtà dato che in quei tempi chiunque poteva essere facilmente assassinato per motivi d’ “onore”, Dante rischiava assai di più per l’ odio del “Cornuto” che per la politica
Non sarebbe stato né il primo né l’ultimo della storia umana a cadere assassinato per questioni d’onore.
Ma l’altro motivo, quello legato ai soldi poteva rivelarsi anche più potente! Numerosi erano stati quelli messi fuori gioco per il pessimo rapporto con la finanza!.
In effetti, anche se un bel giorno (perché si sa, prima o poi un “bel” giorno succede) si muore, l’evento, di per sè, non mette fine né alla gloria né all’immagine della bellezza.
Al contrario una “fake news” credibile, si.
Filosofia
Pratica
testo di Andras Kocsis trad. a cura della redazione
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