L'ennesima "tassa sul peccato"
La sugar tax, o tassa sulle bevande edulcorate già adottata in diverse nazioni al mondo ha dimostrato di essere efficace. Ma solo per fare cassa.
Per molti millenni l’umanità ha patito la fame, a tal punto che storicamente il grasso e le forme voluttuose erano considerati segni di salute e perfino di bellezza.
Poi, quando anche i poveri sono diventati grassi, si è deciso che l’obesità era ormai, secondo l’OMS, una “crisi sanitaria globale” – pure di fronte al continuo allungarsi dell’attesa di vita riscontrato nell’ultimo mezzo secolo.
È stato addirittura istituito un “World Obesity Day”, celebrato il 4 marzo, anche se quest’anno è caduto nell’indifferenza generale, forse perché di crisi sanitarie ne abbiamo conosciute di peggiori.
Come per molti altri allarmi simili, il “motore” della preoccupazione sono gli Usa.
Un paese dove l’obesità è fortemente presente e dove affligge in maniera particolarmente massiccia la popolazione femminile.
Secondo i dati ufficiali, il 66,9 percento delle donne americane è sovrappeso – oppure semplicemente “obeso”.