Usa e Cina finalmente ratificano l'accordo di Parigi.
Ce l’hanno fatta i due Paesi che insieme producono il 38% di tutto il CO2 nel mondo, hanno ratificato l’Accordo di Parigi (Cop21) sul cambiamento climatico per le riduzioni dei gas serra.
Questa decisione, che dovrebbe contribuire alla sua entrata in vigore entro dicembre, arriva dopo vent’anni di iniziative rimaste ingessate per diversi interessi, politiche e condizioni reciproche.
Ora però, lo scenario economico è cambiato, e forse proprio complici le varie crisi, sembra che un comune terreno d’intesa possa essere trovato.
Cop 21: l'ultima occasione per evitare l'irreversibile.
Alla 21° Conferenza delle Parti sul Cambiamento climatico (Cop21), il punto illustrato dagli scienziati incaricati dall’Onu, riguardo le conseguenze catastrofiche che il riscaldamento globale provoca, è stato chiaro.
Messo quasi in maniera brutale sotto gli occhi di tutti: “Indispensabile riportare il pianeta sotto i 2 gradi per scongiurare catastrofi ambientali e danni irreparabili”.
L’accordo sottoscritto nel summit parigino, che rappresenta secondo quanto riferito, ” l’ultima occasione utile per evitare l’irreversibile”, prevede un taglio significativo dei gas serra.
Sia attraverso l’attuazione di programmi di conservazione e sviluppo compatibili con l’ecosistema, che mediante l’adozione di metodi di produzione meno inquinanti.
In questo contesto, per centrare gli obiettivi fissati dalla Cop21, anche la tutela delle foreste, indispensabili per controllare la concentrazione di CO2 dell’aria, dovrà essere prioritaria.
E' necessaria una politica economica condivisa.
La congiuntura internazionale, per più versi sfavorevole al cambiamento di metodi e sistemi fino ad oggi, ha messo in chiaro in maniera prepotente, l’esigenza di una nuova immediata politica economica condivisa.
Indirizzata verso modelli di sviluppo eco compatibili in cui la crescita economica e sociale è perseguita entro limiti di possibilità anche, e soprattutto, ecologiche del pianeta.
Una scelta necessaria per non compromettere l’integrità di preziosi ecosistemi e conservarne la capacità di soddisfare i bisogni anche delle generazioni future.
Ora servono le Leggi
La decisione di adottare da parte dei 195 governi misure ed interventi adeguati – per la prima volta vincolanti per alcuni dei Paesi aderenti – , fino a decidere di dedicare parte consistente delle risorse economiche all’ambiente, segue una logica inappuntabile che nasce dal concetto di scarsità.
Un argomento che ha riportato al centro della riflessione l’esigenza, troppo a lungo ignorata, di riconoscere leggi sul comportamento economico.
Norme indispensabili per una gestione razionale delle risorse del Pianeta. Sia per soddisfare adeguatamente i bisogni fondamentali dell’umanità ma soprattutto per prevenire l’esaurimento di risorse naturali.
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